“Fossimo già grandi” è il disco d’esordio del giovane cantautore Leandro. Registrato e mixato presso Indigo Music di Palermo, il disco è stato prodotto da Fabio Rizzo, Francesco Vitaliti e Paolo Bertazzoli, che ha anche suonato, pre-prodotto e arrangiato i brani. Masterizzato all’Analogcut (Berlino) da Marco Pellegrino, l’album fonde con naturalezza l’ispirazione proveniente dal cantautorato italiano dei primi 2000 con sonorità dal respiro più internazionale
Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
È nata circa un anno e mezzo fa. Arrivavo da un paio d’anni con le stesse canzoni scritte anni prima riarrangiate più volte per trovare un sound che ci convincesse a pieno. Dopo “Tempo Da Omicidi”, il mio primo singolo, potevamo far uscire altri due pezzi già registrati, ma ci suonavano superati. Allora, d’accordo con l’etichetta, abbiamo detto “ok, buttiamoci su roba nuova e iniziamo a lavorare a un disco di inediti”. È stata una scelta molto naturale.
Quali sono le tue principali influenze?
I pezzi nascono principalmente chitarra e voce con l’influenza della scuola cantautorale romana (Fabi, Sinigallia) per poi essere arricchiti (in alcuni casi stravolti) in seconda battuta insieme a Paolo Bertazzoli in fase di pre-produzione, con sonorità principalmente internazionali che vanno dall’indie folk al post-rock.
Come nascono i tuoi brani?
Quasi sempre chitarra e voce, di getto, molto spesso anche solo una strofa o un inciso. Poi rimangono tra le note audio del telefono per qualche settimana (a volte mesi), se passato questo lasso di tempo mi convincono ancora vado avanti, altrimenti significa che non erano quelle buone.
Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Mi auguro un buon disco.
Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Positivo che ti appaga enormemente a livello personale. Negativo, nel mio caso, che devi mettere in conto che per la tua famiglia stai perdendo tempo.
Credi che un artista debba schierarsi politicamente? Approvi la politica nella musica?
Se sente di doverlo fare perchè no. La musica è veicolo di riflessione e un artista può schierarsi apertamente se pensa di passare un messaggio importante.
Come pensi incida l’esser attori nel mondo musicale nel campo delle relazioni personali?
Credo che dipenda dal percorso di ognuno, nel mio caso sono stato catapultato da un momento all’altro in un mondo che non avevo mai esplorato a fondo prima, non ho avuto esperienze precedenti in altri progetti. Questo può spiazzare le persone con cui ti relazioni quotidianamente, perchè non trovano una logica su questo stravolgimento nella tua vita. Sono dell’idea che se vuoi ambire a qualcosa di importante devi dedicarti al 100%, con il rischio di perdere in termini di tempo proprio la sfera delle relazioni con gli altri.
Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Italiano direi Ivan Graziani, internazionale Paul McCartney (magari a giugno a Lucca).
Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Tanto tempo fa, 19 anni credo ad una festa di Halloween.
Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Vedi sopra 😉
Venditti o De Gregori? Venditti
Pasta o pizza? Pizza
Birra o vino? Birra
Chitarra o pianoforte? Pianoforte (ma non lo so suonare ancora)
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? La seconda
Progetti per il futuro?
1. suonare tanto
2. scrivere nuova musica
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