L’ultimo singolo di TUMA, “Una canzone sconcia”, nasce da un dubbio amletico che assale l’artista da qualche anno: perché i trapper nelle loro canzoni raccontano di come rimorchiano tantissimo alle feste e invece lui l’unica cosa che si porta a letto sono i postumi della sbornia? Dopo un’attenta analisi giunge a due conclusioni: o loro raccontano un sacco di cazzate, o lui fa troppo schifo… o forse un mix delle due cose

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Una canzone sconcia nasce da una riflessione sui trapper: come mai nelle loro canzoni raccontano spesso di feste dove rimorchiano un sacco mentre ogni volta che vado io a una festa per rimorchiare me ne torno a casa con un nulla di fatto? Dopo molte riflessioni ho elaborato due ipotesi: o loro raccontano un sacco di caz**te o io faccio troppo schifo per rimorchiare… temo sia un mix delle due cose. Sistemato questo dubbio amletico ho deciso di raccontare la mia versione dei fatti.

Quali sono le tue principali influenze?
Io ho sempre ascoltato di tutto, dall’indie al rAp, dal pop al jazz, ma soprattutto il cantautorato italiano di Dalla e De Gregori, e ritrovo i caratteri dei miei ascolti in tutto quello che compongo. Spesso mi hanno associato a Daniele Silvestri e questo mi lusinga molto perché è un artista che amo particolarmente e che effettivamente ascolto spesso.

Come nascono i tuoi brani?
I miei brani nascono dalla vita di tutti i giorni. Amo osservare la realtà e raccontarla con ironia, perché credo che l’ironia sia il segreto per “galleggiare in questo pazzo mare” che è la vita, citando Sergio Caputo.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Beh un buon disco, senza dubbio, magari non serve per diventare famoso, ma sti cazzi, sicuramente ti lascia qualcosa di cui andare fiero. Anche perché se avessi molti followers senza motivo mi sentirei molto a disagio e mi chiederei cosa cacchio voglia tutta quella gente da me. Certo se le due cose coincidessero…

Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
L’aspetto positivo è che ti diverti da morire, la musica è stata una delle poche cose nella vita di cui non mi sono mai stancato, è una cosa che non mi può mancare. Il lato negativo è che spesso la gente non essendo abituata ad associare lavoro e divertimento tende a pensare che la musica non sia un vero e proprio lavoro, ignorando tutto lo studio, l’impegno e i sacrifici che un artista compie durante la sua carriera. Purtroppo anche a livello legislativo siamo una categoria spesso dimenticata, in Italia dovremmo riscoprire l’importanza delle discipline artistiche, che poi sono quello che per secoli ci ha resi grandi nel mondo.

Come pensi incida sulle relazioni personali far parte del mondo musicale?
Nella vita di ogni giorno cambia poco, il problema si pone nel momento in cui ti trovi a interagire con le persone in veste di artista. Per esempio, i miei live sono molto ironici, ci sono momenti in cui scherzo e interagisco col pubblico, ma in generale sono una persona molto timida, non è facile per me riuscire a interagire e scherzare con chi mi viene a parlare dopo i concerti come magari faccio sul palco, considerando che spesso basta un complimento per farmi arrossire. Diciamo che col tempo mi sto abituando, ma agli inizi veramente non sapevo cosa dire. D’altro canto devo ammettere che essendo un mondo che ti obbliga ad essere sempre a contatto con il pubblico ti consente anche di fare un sacco di amicizie nuove e questo è bello.

Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
Non ci trovo nulla di male, ho sempre apprezzato il cantautorato politico e ho passato gran parte della mia adolescenza ad ascoltare i Modena City Ramblers, i Bandabardò. Inoltre credo che se un artista nelle sue opere esprime i propri valori, la propria visione del mondo, è inevitabile che lasci trasparire il suo ideale politico. Perché esprimere la propria visione del mondo e della società è già di per sé fare politica. Dettò ciò, la musica rimane la musica, non sarà una canzone a cambiare il mondo, quello spetta a noi!

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Mi piacerebbe molto fare un featuring con Cremonini che ascolto sin da piccolo e che reputo uno dei più bravi cantautori in attività sia per quanto riguarda la parte testuale, sia per la parte musicale.

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Qualche giorno fa con una bottiglia di whisky che ho trovato per casa… molto in stile “scrittore americano depresso post divorzio”

Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Chitarra
Arrivederci o addio? Arrivederci!
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese Rod Stewart è l’Umberto Tozzi scozzese

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
Diciamo che resistiamo, anche se comincia ad essere pesante. E’ passato un mese ma finalmente iniziamo a vedere i frutti della nostra resistenza, bisogna resistere ancora un po’. Il lato positivo è che si ha tanto tempo per scrivere e per suonare e non è una cosa da poco. Il lato negativo è che il 19 marzo mi sarei dovuto laureare ma è stato tutto rinviato; studio al conservatorio e dato che una parte della discussione consiste nell’esecuzione di alcuni brani risulta molto difficile farla online.

A proposito: progetti per il futuro?
Sarebbe dovuto uscire a fine aprile il disco, ma abbiamo deciso di slittare un po’ per via di questa emergenza. Quindi molto probabilmente uscirà un nuovo singolo a maggio e pian piano programmeremo, l’unica cosa certa è che ho tanto da farvi ascoltare. Spero di riuscire a farlo uscire prima dell’estate, incrociamo le dita!

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