Band modenese nata nel 2016, La Convalescenza è un gruppo alternative rock che prende il suo nome da quel momento in cui tutta la sabbia è scorsa ai propri piedi, in mano non restano che pochi frammenti di tempo ed in bocca il sapore amaro della consapevolezza.
Com’è nata la votra ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
Non so se dirti nostro ultimo lavoro o nostro primo. Questo è il primo disco che facciamo con suoni e idee ben precise. Ci ha ispirato il concetto di equilibrio, che percorre tutto l’ep; concetto sul quale abbiamo speso tantissimo tempo in meditazione e sul quale, ovviamente, non abbiamo capito un emerito.
Quali sono le vostre principali influenze?
Noi ascoltiamo tantissima roba italiana: dai Ministri, ai Fask, passando per i Cara Calma. Come suoni però abbiamo provato a superare i confini nostrani rubando ai Bring Me The Horizon, Alazka, Being as an Ocean e Young Guns.
Come nascono i vostri brani?
I brani nascono dal frontale che Luca ogni tanto fa con la vita: ne esce malridotto, si incazza, ci beve due bicchieri di vino e ne esce un testo. Poi crea uno scheletro sonoro che Manu gli stroncherà male. Altro frontale. Si incazza. Ci riprova. Tutti e 5 ci mettono le mani e forse ne viene fuori qualcosa.
Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
Ci piace ancora credere che una pagina abbia gran like perché prima ha tirato fuori un buon disco. Anche se in realtà sappiamo che vendersi bene, forse, conta più di scrivere bene.
Vi riconoscete nella definizione di artisti indie?
Il termine indie può assumere due significati: una band indipendente quindi non legata a contratti con una major, oppure un termine dietro il quale ci si sente giustificati ad incidere qualunque stronzata passi per la testa vendendola come “arte”, come alternativa, come pseudo intellettualoide. Speriamo solo di appartenere alla prima categoria.
Cosa pensate dell’attuale music business?
Music business…intendi quel girone infernale di cui non si capisce niente e ci si muove in modo forsennato cercando di creare qualcosa che venda senza mai chiedersi se sia qualcosa di valore?
I social hanno avvicinato il pubblico agli artisti o hanno creato distacco tra i due?
Direi che un social, usato in modo intelligente, può tenere legato un pubblico anche quando la band è inattiva.