Napoletano residente a Milano, Maione è un cantautore del Club Tenco, poeta e chitarrista con una lunga lista di collaborazioni che include nomi come Michele Serra, Antonio Albanese, Antonella Ruggiero, Lucia Bosè e molti altri. Ha partecipato alla colonna sonora di film come Pane e Tulipani e Agata e la Tempesta. Oggi ci parla del suo nuovo disco “Parola di Franz!”
Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
È nata dalla necessità inarrestabile di comunicare. Poco dopo aver realizzato il primo cd avevo subito voglia di farne un altro e un altro ancora. Si vedrà…
Quali sono le tue principali influenze?
Sinceramente non saprei risponderti. Probabilmente le mie ispirazioni sono inconsce. Boh! Ti posso dire che i miei gusti vanno da Jimi Hendrix a Charles Aznavour, passando per Carlos Santana, Macho Machito, Gabriella Ferri, Sting, Tom Waits, Paolo Conte, il Rebetiko, il flamenco, il manouche… Sono sempre in cerca di nuove sollecitazioni. In fondo non sono mai del tutto soddisfatto di quello che faccio, meglio così, altrimenti rischierei di fermarmi.
Come nascono i tuoi brani?
Di solito non costruisco niente a priori, nel senso che non faccio una scelta razionale se non dopo essere stato preso da un’emozione, un’idea… Ma poi, dipende… Per esempio nel caso di “Parola di Franz!” e “Il gobbo dell’ultimo piano” ho creato i testi su persone realmente esistite.
Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un buon disco?
La risposta è già insita nella domanda… Comunque meglio un buon cd e, perché no, che venga apprezzato dentro e fuori dai social.
Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Quello positivo è che in qualche modo ti aiuta a vivere, quello negativo è che in molti casi non ti fa neanche sopravvivere… La conosci quella famosa vignetta? “Il musicista va in giro con una strumentazione di 5000 euro, in una macchina di 500 euro per un cachet di 50 euro, ahahah…
Credi che un artista debba schierarsi politicamente? Approvi la politica nella musica?
L’artista deve fare quello che sente e senza riserve. Se si sente di fare politica esplicitamente perché no? Io personalmente non credo negli schieramenti, credo più nei sentimenti, nei valori della giustizia, della libertà e dell’uguaglianza, non a caso nei miei testi c’è spesso una particolare attenzione verso gli ultimi. L’importante è non cavalcare ruffianamente le tigri del momento, questo sarebbe un po’ squallido. Ma in fondo, avere delle idee e comunicarle è già fare politica, poi, dipende dalle idee…
Come pensi incida l’esser attori nel mondo musicale nel campo delle relazioni personali?
Non so se ho capito bene la tua domanda… Forse l’attore è meglio farlo sul palco.
Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
Ma quanto tempo ho per rispondere? Se me ne chiedi uno solo, boh, Adrian Belew…
Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Devo dire che fai delle domande originali!.. L’ultima volta che mi sono ubriacato? Non ricordo, ero ubriaco.
Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Entrambi
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pizza
Birra o vino? Entrambi
Chitarra o pianoforte? Questa potrebbe essere una risposta semplice visto che sono un chitarrista, invece no. Mi piacerebbe suonare il pianoforte come Rachmaninov!
Arrivederci o addio? Ciao
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese? Ma sei specializzato nelle domande!.. Mah, se Tozzi indossasse un gonnellino potrebbe essere il Rod Stewart italiano, ma in questo caso, anche se Rod non indossa il gonnellino
resta il Rod Stewart scozzese.
Progetti per il futuro?
Eh caro amico, il futuro è un presente ancora da vivere. Pensiamo al massimo a stasera…