SARAH STRIDE – Remixes “dopo” gli assassini

A distanza di un anno dalla pubblicazione dell’album “Prima Che Gli Assassini”, Sarah Stride pubblica “Remixes EP”, contenente sei rivisitazioni di altrettanti brani da parte di producer di fama nazionale e internazionale, che hanno rivestito di un sound completamente nuovo canzoni già dall’identità forte e combattiva

Com’è nata la tua ultima produzione? C’è stata un’ispirazione particolare, e se sì quale?
In quest’ultimo lavoro di remix l’ispirazione principale è stata quella di vedere che vita avrebbero potuto prendere alcuni brani appartenenti a “Prima che gli Assassini” nelle mani di altri produttori con sensibilità e visioni diverse da me, Simona Angioni e Kole Laca che li abbiamo scritti e prodotti originariamente. Il tutto è partito da un primo remix (Un Esercito, prodotto da Coclea) che ci ha immediatamente convinti ad allargare il progetto.

Quali sono le tue principali influenze?
Ho sempre avuto ascolti molto eterogenei, dalla classica, all’alt-rock, al synth pop inglese, alla new wave, al trip hop, al cantautorato di rango (che va da Elliot Smith a Piero Ciampi!) ma ho una formazione legata alle arti visive e un modo di pensare e comporre sempre molto legato alle immagini. Generalmente traggo ispirazione dal cinema (da Herzog a Xavier Dolan) dalla pittura (Bacon, Goya, Kubin per farti qualche nome), dal teatro e dalla letteratura piuttosto che direttamente dalla musica. Anzi, quando compongo tendo quasi a non ascoltare musica e se lo faccio ascolto cose molto lontane dal mondo sonoro nel quale sono immersa.

Come nascono i tuoi brani?
Nonostante il processo creativo non segua per me una routine specifica, diciamo che di regola i miei brani nascono principalmente pianoforte e voce o chitarra e voce. Per anni ho lavorato prima all’armonia e conseguentemente alla melodia e al testo mente negli ultimi anni cerco di partire dal testo, il quale di solito mi si presenta con un suono già abbastanza delineato nelle parole. Poi procedo, come in una danza, a mettere questi elementi in dialogo tra di loro. La questione della produzione, che solitamente entra in un secondo momento, alle volte, come è stato nel lavoro con Kole Laca, è così potente e adesa alla scrittura, da modificarla ulteriormente… mi piace molto quando i linguaggi si intrecciano e si influenzano tra di loro.

Cosa conta di più tra una pagina Facebook con tanti like o un profilo Instagram con tanti follower e un buon disco?
Ovvio che in questo momento storico le due cose sono strettamente collegate e un ottimo disco ha bisogno di essere ben veicolato per farsi conoscere ma, in maniera probabilmente molto retorica, direi senza dubbio un buon disco.

Un aspetto positivo e uno negativo del fare musica?
Non penso esistano aspetti negativi nel “fare” musica, quelli attengono tutti alla fase b, quella della vendita, della promozione ecc… di certo non al momento creativo del fare.

Come pensi incida far parte del mondo musicale sulle relazioni personali?
Devo ammettere che è una riflessione sulla quale non mi sono mai soffermata! Per quanto mi riguarda, quello che faccio è coincidente con quello che sono quindi è la totalità del mio modo di pormi nel mondo che determina la qualità delle mie relazioni personali. Devo anche ammettere di non essere un “animale” particolarmente sociale, non amo le feste, gli aperitivi, i grandi eventi… ho sempre prediletto una dimensione più intima delle cose e così vale anche per le relazioni.

Cosa pensi dei messaggi politici all’interno delle canzoni? Credi che un artista debba schierarsi politicamente?
La politica in musica mi interessa quando non è unicamente volta a ribadire un posizionamento. Vengo attratta da contenuti più obliqui, sotterranei, quelli che ti svegliano la testa e che ti aiutano a pensare al di fuori degli schemi. Forse più che schierarsi politicamente bisognerebbe schierarsi umanamente.

Un artista (vivo o morto) con cui faresti un featuring?
David Bowie.

Quando ti sei ubriacato l’ultima volta?
Ahahah! Diciamo che l’alcol è uno di famiglia quindi abbiamo un rapporto di pacifica consuetudine! Ubriacata malissimo però direi una decina d’anni fa, dopo un concerto, ho lasciato tutta la mie cose nel locale e mi hanno trovata addormentata per terra davanti ad un negozio chiuso…

Roulette Russa / Domande da pistola alla tempia, da rispondere senza tergiversare:
Beatles o Rolling Stones? Beatles
Venditti o De Gregori? De Gregori
Pasta o pizza? Pasta
Birra o vino? Vino
Chitarra o pianoforte? Pianoforte
Arrivederci o addio? Arrivederci
È più Umberto Tozzi il Rod Stewart italiano o è più Rod Stewart l’Umberto Tozzi scozzese E se fossero la stessa persona???!!

Stiamo vivendo giorni molto complicati a causa dell’emergenza Coronavirus. Come ti senti nel dover affrontare questo momento e quanto sta incidendo l’emergenza sulla tua attività e sui tuoi progetti futuri?
Mi fa quasi paura dirlo ma, al netto delle ovvie preoccupazioni e del dispiacere per chi sta vivendo lutti e grandi difficoltà, devo ammettere che sto molto godendo questo tempo raccolto.
Avendo la fortuna di vivere facendo una cosa che amo, non mi spaventano le sospensioni come quella che stiamo vivendo, anzi credo siano delle occasioni preziosissime per fare il punto su quello siamo e su ciò che assolutamente dobbiamo smettere di essere.
Per quanto riguarda la questione lavorativa, come puoi immaginare è abbastanza un bagno di sangue… concerti, seminari, spettacoli teatrali ecc… tutto saltato. Ad esempio tutta la promozione di questo album di remix è stata completamente spazzata via, ma non si molla il colpo e si cercano altre strade e soluzioni possibili.

A proposito: progetti per il futuro?
Sempre tanti! In concreto però attualmente sto chiudendo la scrittura di un album con una band nuova di cui sentirete presto parlare e iniziando a fare ricerca e a comporre per il mio prossimo disco solista.